L’influenza dei videogame nel Web Design/UI/UX
A chiunque possieda una console o un pc sarà capitato di provare una sensazione di familiarità, quel pensiero “l’ho già visto da qualche parte” quando, navigando un sito o facendo acquisti online si sarà imbattuto in qualche elemento che, indagando, si scopre poi essere un tributo o un’ ispirazione di un videogioco.
L’industria dei videogiochi ha costituito una parte fondamentale nello sviluppo e l’evoluzione del Web Design per come lo conosciamo oggi: partendo da Tennis for two (1958), Pong (1972) e Space Invaders (1978).
Con l’introduzione dei colori la crescita videoludica si impennò ancora di più: PAC-MAN (1980), Donkey Kong (1981) e l’intramontabile Super Mario Bros (1983).
Gli anni ’90 verranno ricordati come l’epoca d’oro dei Videogame: l’uscita di PlayStation e soprattutto dei primi giochi in 3D come Crash Bandicoot, Max Payne o GTA, che rivoluzionarono totalmente l’intero settore.
Partendo dai giochi più classici come Pokémon per Game Boy, per arrivare ai più recenti come Elden Ring per PS5, la formula è sempre la stessa; ma quindi cosa fa la differenza tra un gioco di qualità e uno scarso? Cosa accomuna siti web e videogiochi?


Tutti i più grandi classici condividono un fattore fondamentale che li ha resi giganti nel settore: UX e UI. Dovevano essere semplici, intuitive, accessibili e comprensibili da un pubblico praticamente di tutte le età.
Arrivare al livello e alla qualità che noi oggi diamo per scontata non è stato però così immediato: per sviluppare un videogioco oltre a tutta la parte di grafica, si aggiungono mille altre incognite e sezioni non meno importanti come il suono, la giocabilità, la storia, il level design e l’esperienza di gioco in toto.
A differenza del web, i primi videogame alla data di uscita non avevano possibilità di revisioni, patch o più semplicemente di una connessione internet: DOVEVANO funzionare.
Un buon sito a sua volta deve cercare di guardare avanti per non rimanere indietro sulle tecnologie e sul design, per poter offrire il massimo e rendere appagato l’utente. Come per i videogiochi, anche i siti web dovrebbero essere un’esperienza a tutto tondo, per questo raggrupperemo i punti in comune da seguire.
The User is the Hero
L’intento principale di ogni videogioco, come per i websites, è quello di mettere al centro l’utente e farlo sentire speciale, se non addirittura l’eroe della storia. Dai più classici ai più moderni, tutti i videogiochi danno l’impressione al giocatore di avere un controllo nel suo “viaggio” verso il termine, quando in realtà, a prescindere dalle scelte prese nel mezzo, il finale (in moltissimi casi) rimarrà invariato.
Esattamente come dovrebbe succedere su un sito web, giusto?
Dare all’utente un controllo completo della sua esperienza, così che poi sarà l’utente stesso a VOLERE arrivare a fine esperienza.
Un buon esempio è il sito di Airbnb, che con la sua semplice ed intuibile schermata invoglia l’utente a provare, cercare e cliccare rendendo l’esperienza godibile e interessante.


Contenuti correlati e storytelling
In contesto di videogame si usa il termine “Dissonanza Ludonarrativa” per indicare quella scomoda situazione dove il giocatore è costretto a compiere azioni che non vorrebbe, o nel caso in cui volesse fare qualcosa ma il gioco glielo impedisce; come anche chi disegna siti web avrà incontrato occasioni dove certe pagine presentano un alto Bounce-rate o certe dinamiche non permettono una fluidità soddisfacente.
Una buona soluzione a questi intoppi è lo storytelling: una buona storia, o un buon filone logico/narrativo, come un sound design con i controc***i aiuta molto l’esperienza ad avere un corso e un senso, rendendola più immersiva: questo non significa dare un risvolto fantasy e una storia ad un sito, ma con lo stile, gli elementi grafici e le animazioni l’intera esperienza di navigazione migliorano drasticamente.
Non si possono non citare titoli come Red Dead Redemption 2, Halo o The Last Of Us: lavori che oltre ad aver vinto premi prestigiosi hanno stravolto completamente il modo di narrare e seguire una storia/esperienza: arrivando ad ispirare e convincere anche registi e produttori televisivi per trasporre sceneggiature su piccolo e grande schermo, come The Last of Us (HBO).
Capolavori che tuttora continuano ad ispirare Creators e Designers di tutto il mondo e le età grazie a stili iconici e intramontabili.
Simboli, icone e il superfluo
Spesso trascurato o dato per scontato, il peso delle icone e del simbolismo nelle UI non è assolutamente da dimenticare.
Basti pensare alla barra salute in Tekken, ai cuoricini di Super Mario, per non parlare delle mini mappe come in Gran Turismo o quelli più completi per munizioni, bussola ed altro in titoli sparatutto e non come Call Of Duty, Battlefield e GTA.
L’importanza di questi simboli, che con il tempo sembrano quasi aver raggiunto quasi uno “standard globale” è però fondamentale: impedire o minimizzare le distrazioni dell’utente senza però farlo distaccare e distrarre dall’esperienza.
Nel mondo dei videogiochi si può dire che ormai, in base al genere, si ritrovano generalmente gli stessi elementi ma con colori e posizioni diverse, questa infografica viene generalmente chiamato HUD.
Nel web si traducono invece nelle icone, come il simbolo del bullone per le impostazioni, le tre linee per i menù a tendina e così via, cercando di fornire all’utente informazioni e riferimenti immediati e riconoscibili.

HELP!
In praticamente tutti i giochi oggi troviamo guide o tutorial che aiutano a prendere confidenza con i comandi, il sistema ed il mondo di gioco. Allo stesso modo su siti web come gli e-commerce, piccole animazioni o elementi a scomparsa durante il processo di acquisto potrebbero aiutare, per esempio, a ridurre i carrelli abbandonati.

Per guidare l’utente, o in certi casi indirizzarlo, si possono usare anche indizi come i suoni, ad oggi una componente fondamentale dei videogame: in moltissimi titoli i suoni vengono utilizzati per aiutare l’utente a trovare la strada, indizi o cose generalmente nascoste alla vista.

In God of War, per esempio, i corvi emettono un suono inconfondibile, così da essere più individuabili viste le loro fattezze e colori che si confondono con il paesaggio. Allo stesso modo, se su un sito non viene spuntata una casella o non viene compilato un campo, ci sono casi in cui verremo allertati da suoni o avvisi con colori sgargianti.
Una buona strada è quella di mantenere i colori classici come VERDE quando corretto e ROSSO quando errato, e come detto prima, oltre ai colori anche animazioni o finestre pop-up aiutano molto a tenere un utente concentrato ed a evitare che per qualche malinteso o svista abbandoni il nostro sito.
CONCLUSIONE
Si può dire che il mondo dei videogiochi ha influenzato e plasmato non solo il web ma anche molti altri settori. Basti pensare che i primi videogame non erano pensati, sviluppati e studiati come oggi ma producevano il medesimo effetto: tenere incollati allo schermo grandi e piccini.
La missione di un sito web non è da meno, anzi, è probabilmente ancora più ambiziosa perché portare un utente a vivere l’esperienza fino in fondo significa catturare interesse ed attenzione con molti meno mezzi di quelli a disposizione in un videogioco.
Si può dire che ad oggi le possibilità anche per il web sono infinite ma qualche limite purtroppo lo si trova o lo si avrà sempre, ciò non toglie che con i mezzi a disposizione e la possibilità di avere ispirazioni come fino ad ora sono state l’arte, la cultura e molti altri mondi, anche i videogame da 60 anni danno un contributo non da poco a mondi come il web, la programmazione e molto altro ancora.
“Reality is broken. Game designers can fix it.” – Jane McGonigal
“I am conscious of that when I make these games: I try to make a game that has beautiful open spaces, gaps, room for players to enjoy it in ways that were not authored. I never want it to be where you have to follow the rules completely, where you have to do things exactly as the designers intended.” – Hidetaka Miyazaki
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